Victor Burgin «Components of a practice»

Burgin, Victor
Editorial: Skira
Encuadernación: Paperback
Idioma: English
Páginas: 96
Medidas: 24.50 x 16.50 cm

In occasione delle due mostre italiane dedicate a Victor Burgin, Skira pubblica un originale volume che raccoglie opere e scritti dell’artista. Si tratta di un libro del tutto differente dalle precedenti pubblicazioni relative alla produzione di Victor Burgin, che sono in linea generale monografie di lavori visuali con testi di altri scrittori o raccolte dei suoi scritti teorici. Infatti, nonostante Burgin sia conosciuto non solo come artista ma anche come teorico, non è mai stato realizzato un libro in egli cui rivolga alla sua stessa produzione artistica un’attenzione critica. Negli ultimi anni, Burgin ha dato pubbliche letture del suo lavoro visuale, in relazione a vari temi dell’arte contemporanea, come quelle tenute alla Tate Modern, alla Tate Britain, alla Harvard University, al Centre Georges Pompidou. Il libro raccoglie alcune di queste letture inedite unite a estratti di interviste e alla rappresentazione complessiva del lavoro fotografico e video dell’artista. Fra i temi: La Responsabilità dell’Artista, The Uncinematic, The Time of Panorama, The Ghost in the Machine.\nUna particolare attenzione è rivolta ai soggetti protagonisti delle due mostre. La prima presso La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia presenta le due serie di fotografie e testi che fanno parte della videoinstallazione Voyage to Italy: Basilica I (2006) e Basilica II (2006). La seconda invece si tiene presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano ed espone la serie di fotografie Tales from Freud, comprendente: In Lyon (1980), Gradiva (1982), Olympia (1982), Portia (1982). \n\nVictor Burgin, artista e raffinato teorico dell’immagine, ferma e in movimento, è nato a Sheffield, in Inghilterra, nel 1941. Si impone sulla scena dell’arte internazionale sul finire degli anni ’60, come uno dei padri dell’Arte Concettuale, lavorando sia col mezzo fotografico sia con l’immagine in movimento dei suoi film. Il suo lavoro trae ispirazione e influenze da grandi pensatori e filosofi come Karl Marx, Sigmund Freud, Michael Foucalt e Roland Barthes.

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